A “gamba tesa”, di buon passo, saliamo la scala che dal piazzale di ingresso conduce all’entrata della miniera. Indossiamo il caschetto giallo e saliamo a bordo del trenino dei minatori che penetra nel cuore della montagna per andare alla scoperta di quello che è stato il più grande giacimento europeo di manganese: quasi 30 km di gallerie sotterranee su 7 livelli, nei quali fino a pochi anni fa ancora si svolgeva l’attività estrattiva.
Lungo gli stretti cunicoli che attraversano la miniera, tra loro comunicanti per mezzo di rimonte, discese, pozzi e fornelli, raggiungiamo il livello 3 e scopriamo le tracce dei giacimenti lenticolari di braunite, il minerale da cui veniva estratto il manganese; ripercorriamo i passi della dura giornata del minatore, nel fresco ombroso delle gallerie, allora illuminate solo dalle lampade ad acetilene. Sembra ancora di sentire l’esplosione delle volate, il rumore della mazzetta usata con pazienza per avanzare nello scavo, non più di 60 cm in 9 giorni e poi il rumore del perforatore, finalmente un metodo più rapido per raggiungere i giacimenti. Ore trascorse quasi al buio, per frantumare ed estrarre il materiale da caricare su vagoncini, inizialmente spinti a mano o trainati da asini, fino all’arrivo del motore: in superficie le donne si occupavano della cernita del materiale, separando i pezzi più ricchi di materiale da quelli meno pregiati, lavorando all’aperto, con qualsiasi tempo.
Visitare la Miniera di Gambatesa è calarsi nella realtà autentica di questi luoghi, che conservano vive le tracce del passato minerario anche nel reticolo di sentieri che attraversano i villaggi dei minatori e che oggi sono percorribili per piacevoli trekking in un panorama selvaggio.
Iniziate il viaggio dal centro della Terra, per poi risalire in superficie e scoprire i tanti tesori di cultura, gusto e tradizione che si nascondono tra i borghi ospitali della Val Graveglia.