In Val Graveglia il Cantamaggio era l’occasione per dichiararsi, aiutati nell’impresa da un gruppo di amici. Gli uomini andavano nel bosco e tagliavano un bel castagno novello da portare a mezzanotte a casa dell’amata, decorato con rose e rami di maggiociondolo; doveva essere il più alto possibile, fino a superare l’altezza della casa, per essere ben visibile a tutti e normalmente rimaneva al suo posto fino all’anno successivo. I ragazzi trasportavano l’albero cantando fino alla casa della ragazza, dove venivano ben accolti e rifocillati dalla famiglia della prescelta, con ravioli, gallina bollita, cima ripiena, dolci e, naturalmente, tanto vino! E il canto …maggio giocondo, rallegra tutto il mondo… durava fino all’alba.
Il Cantamaggio a Santo Stefano d’Aveto è ancora oggi un raduno spontaneo di amici che a mezzanotte, portando un ramo di ciliegio, passano sotto tutti i balconi per annunciare cantando l’arrivo della primavera. E se un tempo il gruppo di cantori era formato da soli uomini, che non si facevano mancare l’occasione di cantare con enfasi sotto le finestre delle ragazze da marito, come in una sorta di serenata, oggi anche le donne si uniscono al gruppo.
In Valle Sturla il “portar maggio” prendeva invece una forma meno romantica e più goliardica. Anche qui era usanza portare gli alberi davanti alle case delle ragazze del paese, ma ogni pianta aveva un significato speciale: il ciliegio (çêxa figgia de gêxa), l’ontano (öna figgia bona), il noce (nôxa figgia spozâ) o l’acacia, per le fanciulle un po’ meno “morigerate”. Gli alberi venivano trasportati in gran segreto durante la notte fino alle case delle ragazze, che al risveglio trovavano la pianta e in base al suo significato ci ridevano su o si infuriavano.
Il Cantamaggio è una delle tradizioni popolari che fa parte dei Tesori Nascosti del Mediterraneo.
Per saperne di più sul progetto:
Tesori Nascosti del Mediterraneo
info@tesorinascostidelmediterraneo.eu
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